Giocattoli e Giocatori

Giocare Insieme

In questa pagina trovate gli articoli sui giocattoli, le realizzazioni creative di giochi anche con materiali riciclati e curiosità sui… giocatori!

 

 

Arco e Frecce: Arma giocattolo

Arco e Frecce: Arma giocattolo

COSTRUIRSI ARCO E FRECCE PER GIOCARE AGLI INDIANI!

Con pochi materiali semplici e facili da trovare è possibile costruire per se o per i propri bambini giocattoli meravigliosi.

 

MATERIALI:

– 1 bastone di legno dal diametro piuttosto uniforme (meglio se leggermente flessibile)

– 1 filo per arbusti in gomma elasticizzato (lo vendono in negozi per il giardinaggio – colore verde)

– 3 o più canne di bambù o similari (per fare le frecce)

– 12 o più Penne di oca o similari

– 1 scotch

COSTRUZIONE:

Per costruirsi il proprio arco con le frecce, tagliare il bastone per una lunghezza di circa 1 mt (a seconda dell’altezza della persona), collegare il filo verde annodandolo alle due estremità dell’arco, in maniera solida, lasciando il filo leggermente teso, mettere del nastro adesivo colorato in mezzo al bastone per fare l’impugnatura (se la si desidera).

Incollare le penne tagliate all'asta della freccia

Incollare le penne tagliate all’asta della freccia

Per fare le frecce, tagliare le frecce di circa 50-70 cm, tagliare a metà le piume e posizionare le 4 metà sul fondo della freccia avendo cura di fissarle bene con lo scotch in modo da creare gli impennaggi che ne permetteranno la corretta traiettoria!

Una volta fatto tutto questo avete il vostro arco già pronto per giocare! Doppio divertimento: prima per costruirlo e dopo per giocarci!

ATTENZIONE!:

Il gioco deve essere costruito e utilizzato sotto l’attenta supervisione di un’adulto. L’arco è uno strumento potenzialmente molto pericoloso. Non utilizzarlo contro persone o cose!

 

 

 

GRANDI GIOCHI DAL VIVO DALLA CINA!

Una piccola chicca per voi! Guardate cosa sono capaci i cinesi quando si tratta di giocare! Davvero divertente e spettacolare!

 

 

Distruzione Castello Carte

Card Staking – Montare e poi smontare!

CARD-STACKING – CASTELLI DI CARTE

Il Card-Stacking, ovvero l’arte di costruire “castelli di carte” si basa su rigide regole che non permettono di usare colle, abrasivi, “sostegni estranei” e men che meno di piegare, rompere o modificare le carte da gioco in alcun modo! I migliori giocatori sono coloro che riescono (senza farle cadere) a edificare le costruzioni più alte, le più belle o quelle realizzate in minor tempo durante le gare di gruppo!

LA STORIA

I primi cenni di questo gioco risalgono al 1645 in cui viene riportata un’espressione gergale simile a “castello di carte” per intendere un edificio o un argomento fondato su basi poco solide o traballanti! Il primo record di cui si abbia memoria ( era il 1901) appartiene ad una signora inglese: “Miss Victoria Maitland”.

 

RECORD

Tra i record (e i giocatori più famosi) si ricorda  quello del 21 aprile 1992 di Bryan Berg (Stati Uniti), con una costruzione di 75 piani. Da allora egli ha più volte infranto i suoi stessi record. La sua impresa più famosa è quella di aver costruito il castello di carte più alto del mondo (7,87 mt) il 14 Ottobre 2007 in Texas (USA), inoltre è famoso anche per aver costruito una replica del castello di Cenerentola a “Disney World” (Florida) e la replica dell’Hotel “Venetian Macao”, un imponente costruzione composta da quasi 220.000 carte da gioco, che misurava  10,5 mt di lunghezza per 3,0 mt di altezza e pesava 272 kg. Per realizzarla ci impiegò ben 44 giorni! Davvero un bell’impegno considerando che tutto il lavoro alla fine della cerimonia è finito in un… soffio!

 

Castello di Carte Gigante - Card Stacking Giant

Castello di Carte gigante senza colla o piegamenti

NON SOLO GIOCO – CURIOSITA’

Per chi è curioso di sapere come questo gioco abbia influenzato il nome di un modo di dire corrente, basti sapere che in politica si utilizza il termine “Card-Staking” ( o “stacking the deck” ) per riferirsi alla propaganda politica di chi cerca di manipolare la percezione del pubblico su un tema, mettendo in evidenza alcuni aspetti  e sminuendone altri, spesso attraverso “montaggi” di video fatti ad arte, estrapolando le frasi dal loro contesto originario, presentando testimonianze a senso unico, ecc.. Tutto questo ovviamente per screditare i propri avversari politici e dare invece risalto e lustro alla propria tesi!

 

IL SIGNIFICATO DEL NOME TORNA AL GIOCO… DI PRESTIGIO!

Il termine usato in inglese: “stacking the deck”  (testualmente: impilare il ponte) è stato coniato da un prestigiatore di nome Gimmick per indicare un gioco in cui si fa credere, falsamente, agli spettatori di scegliere una carta da un mazzo mescolato e non precedentemente preparato!

 

Altri Link interessanti!:

Mago della cinepresa con le carte: 

 

 

Distruggere tutto:  

 

 

 

GIOCARE PER TORNARE BAMBINI  (di: Stefano Pagni – Via Facebook)

Alla fiera dell’artigianato di Firenze (al nostro stand Giocamuseo – N.d.r)  sono tornato bambino…..
Quando il mi fratello mi pigliava per le gambe e col culo facevo le piste sulla spiaggia.
giocare per tornare bambini - Testimonianza
Leggi l’articolo su Facebook:  Clicca qui

Nave -Elica - laboratorio

COSTRUIRE UNA BARCA AD ELICA!

Con pochi materiali semplici e facili da trovare è possibile costruire per se o per i propri bambini giocattoli meravigliosi.

 

MATERIALI:

– 1 bottiglia di plastica piatta col tappo

– 1 fili elettrici

– pila

– motorino elettrico

– Bastoncino di Compensato (per fare l’elica)

 

COME FARE:

Una volta che avete montato il motore dell’imbarcazione sul retro della bottiglia, fissatevi con della colla resistente l’elica che sagomerete a piacere. Collegate i fili del motore alla pila. E voilà il gioco è fatto!

La bottiglia galleggerà naturalmente e la forza dell’elica sposterà la barca a tutta velocità!

Complimenti piccoli inventori!

 

 

ROBOT: EMIGLIO IL MEGLIO!

I ricordi del passato sono spesso caratterizzati più da un sentimento che da parole e spesso le

emozioni infantili sono legate ad un momento felice in compagnia di un giocattolo o nel mentre

di un gioco, sensazioni che spesso rimangono vivide anche in età adulta in quanto fortissime e

totalmente coinvolgenti.

Ricordo ancora l’emozione di una mattina di Natale.

Tra i miei regali, spiccava un bel robottino alto 60 centimetri, bianco, con alcuni disegni rossi, gialli

e blu, due lampeggianti e un telecomando. Il robot radiocomandato si chiamava Emiglio, con un

sonoro errore grammaticale nel nome. L’adorabile Emiglio della televisione che faceva urlare tutti i

bimbi di quegli anni “Emiglio è meglio”, come insegnava la pubblicità.

Emiglio

Emiglio è un robot della Giochi Preziosi di cui sono stati venduti un milione di esemplari, il primo

anno di produzione fu il 1994 e ne sono esistite successive edizioni. L’ultima, del 2013, presenta

cingoli al posto delle ruote, l’aspetto è più futuribile e meno goffo e sono stati inseriti sensori di

movimento. Esiste anche una versione femminile di nome Martina, con corti capelli gialli e un

grosso cuore fucsia sul petto. Venne prodotto anche un modello di ridotte dimensioni e venne

chiamata Emiglino.

Emiglio non è il gioco più divertente che io abbia mai avuto, le sue funzioni non erano

numerosissime: si muoveva, reggeva nella mano fogli e aveva un vassoio portaoggetti, ma ricordo

come spedirlo a dare biglietti a tutti i componenti della famiglia fosse una grande gioia e come mi

piacesse sentire la mia voce diventare sua ed essere distorta e robotica. Da un tastino dietro la testa

si potevano scegliere tre voci diverse da attribuire ad Emiglio.

Adoravo far partire la sirena e i lampeggianti che spiccavano sulla sua testa e ricordo come, nella

tenerezza dei miei quattro anni, dicessi emozionata “Mamma, Emiglio fa anche la pulizia” (invece

che polizia; mi si attorcigliava la lingua nel dirlo). Mi piaceva guidarlo verso il mio cane e mettere

quest’ultimo in fuga inseguito dall’incerto passo del massiccio robottino che riproduceva fedele le

mie parole e le mie risa divertite.

Emiglio dormiva in camera con me, tra il mobile e il letto di mia sorella e prima di dormire lo

salutavo come fosse un mio vero amico.

Forse non è stato il gioco con cui ho giocato più di tutti, forse non il migliore, ma ad oggi ricordo

ancora con dolcezza e nostalgia il suo simpatico sorriso statico, i suoi occhioni rossi e la grande

felicità nel vederlo spiccare in quell’angolo di casa dove si ammucchiavano i miei regali di Natale.

Articolo EMIGLIO IL MEGLIO scritto da: Flaminia Dell’Acqua

2 risposte

  1. antonella
    antonella / 10-21-2014 / ·

    vorrei avere qualche idea per organzizare il compleanno di mio figlio a dicmbre . 8 anni .

    grazie
    antonella

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